Il mio approccio
Il mio modo di lavorare si basa sul concetto di EMPATIA ovvero la capacità di porsi in maniera immediata nella situazione di un’altra persona per comprenderne lo stato d’animo. Sapersi mettere nei panni dell’altro dunque, anche attraverso l’aiuto dei nostri Neuroni Specchio (Rizzolatti), permette di creare un setting, un’alleanza terapeutica ed una fiducia reciproca che può agevolare il processo di consapevolezza e di cambiamento. Sentirsi in un “LUOGO SICURO E PROTETTO”, ascoltato, senza giudizio, agevola la capacità di esprimersi, parlando anche dei tabù e di manifestare le emozioni più intense come la rabbia, la paura, l’ansia, il senso di colpa e la vergogna. Dopo un primo processo di Assessment, raggiunto attraverso alcuni colloqui ed eventuali test, mirati a comprendere e interpretare i fenomeni comportamentali ed i problemi personali, per avere un quadro clinico generale, ci si ferma a ragionare insieme sull’analisi della domanda e su quali obiettivi raggiungere per migliorare il proprio benessere psicologico. Partendo dal qui ed ora e dal sintomo riportato o per dirlo in altri termini, dalla difficoltà attuale, si andrà a lavorare su di esso, attraverso competenze specifiche come per esempio, tecniche di rilassamento, di visualizzazione guidata, mindfulness etc…in base alla problematica riportata. Potranno anche essere richiesti dei piccoli compiti a casa, tra una seduta e l’altra, per mantenere una continuità e per far sperimentare modalità diverse del comportamento abituale. L’obiettivo è sempre lo stesso: il miglioramento della qualità della vita, il sentirsi meglio con se stessi e di conseguenza con il contesto in cui si vive.
Il lavoro terapeutico è un processo a due, dove però il protagonista è il cliente: il terapeuta perturba e accompagna il processo.
“Immagina una scacchiera, dove i pezzi bianchi sono tutti i tuoi pensieri e sentimenti positivi e i pezzi neri sono tutti quelli negativi. Trascorriamo la vita cercando disperatamente di far avanzare i nostri pezzi bianchi e annientare tutti i pezzi neri. Ma il problema è che c’è un numero infinito di pezzi bianchi e neri. Non importa quanti pezzi neri elimini, ne appariranno altri. Inoltre, i pezzi bianchi attraggono i pezzi neri. Ad ogni pezzo bianco che muovi a sua volta si muove un pezzo nero. (CIT, metafora Act, Russ Harris.)”