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AutostimaLa metafora delle sabbie mobili

La metafora delle sabbie mobili

Metafora delle sabbie mobili

La metafora delle sabbie mobili

Una prospettiva ACT (Acceptance and Commitment Therapy)

 

La metafora delle sabbie mobili è un concetto utilizzato nell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) per descrivere la natura dei pensieri e delle emozioni dolorose che spesso si affrontano nella vita.

Immaginiamo di camminare lungo la spiaggia e finire per inciampare in una zona di sabbie mobili. Più ci muoviamo freneticamente per cercare di liberarci, più ci inabissiamo in esse.

Questa metafora rappresenta le lotte interne che affrontiamo quando cerchiamo di evitare, sopprimere o combattere i pensieri e le emozioni negativi. Più ci sforziamo di sfuggire a queste sensazioni, più si intensificano e dominano la nostra esperienza.

L’approccio dell’ACT cerca invece di insegnarci a “galleggiare” nelle sabbie mobili, accettando la presenza delle sensazioni spiacevoli senza lottare contro di esse. Accettando la realtà delle nostre esperienze interne, possiamo imparare a distanziarci dai nostri pensieri e sentimenti dolorosi, in modo da non rimanerne schiavi.

Una volta che smettiamo di lottare contro le sabbie mobili e accettiamo la loro presenza, possiamo concentrarci su ciò che è davvero importante per noi e prendere azioni mirate ai nostri valori e obiettivi fondamentali. In questo modo, possiamo imparare a gestire meglio le difficoltà interne ed esterne che incontriamo nel corso della vita.

In sintesi, la metafora delle sabbie mobili nell’ACT illustra l’importanza dell’accettazione e della defusione cognitiva nel gestire il disagio emotivo e nel perseguire una vita significativa basata sui propri valori profondi. Tramite questa metafora, possiamo imparare a navigare attraverso le sfide della vita senza rimanere intrappolati nelle sabbie mobili delle nostre emozioni negative.

Se senti che stai lottando con le tue sabbie mobili, ma tutto ciò non sta funzionando, puoi prenotare un colloquio gratuito direttamente sul mio sito.

Erika Trombotto

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