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LGBTQIAPK: Il linguaggio dell’identità sessuale

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LGBTQIAPK: Il linguaggio dell’identità sessuale

LGBTQIAPK è un acronimo utilizzato per far riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuale, asessuale, pansessuali e kinky: più in generale, a tutte quelle persone che non si sentono pienamente rappresentate sotto l’etichetta di donna o uomo.
Ancora oggi, nonostante il progresso a cui abbiamo assistito in Italia rispetto al riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIAPK e alla loro maggior visibilità ed integrazione all’interno dei vari ambiti della società, in molti ignorano o spesso confondono il significato di alcuni termini e concetti che sono alla base della comprensione di questo mondo. Iniziamo dalle basi, ovvero dall’identità sessuale: essa si suddivide in sesso biologico, identità di genere, orientamento di genere e orientamento sessuale.

Identità sessuale

L’orientamento sessuale indica dove la persona orienta, direziona l’attrazione affettiva e/o sessuale verso altri individui; le principali variabili sono l’eterosessualità, l’omosessualità e la bisessualità, ma non sono le uniche. Il ruolo e l’identità di genere sono invece l’insieme delle aspettative e dei modelli sociali, che in una data cultura, periodo storico e area geografica, determinano i modelli comportamentali e sociali di uomini e donne in ogni fascia di età. Infine l’espressione di genere indica il modo in cui una persona esprime se stessa in funzione dell’interpretazione personale data dalla propria identità.

Le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere uomo/donna si identificano nel genere non binario: questo concetto allarli orizzonti, consentendo a chi non sente di appartenere del tutto, in parte o in nulla ad uno dei due generi, di uscire dall’imposizione nell’uso di queste due etichette, per esprimere il proprio genere come meglio si sente, nelle diverse sfumature: androgino, bigender, genderfluid, demigender, terzo genere.

LGBTQIAPK: facciamo un po’ di chiarezza sulle diverse lettere dell’acronimo

L sta per Lesbica ovvero persona di genere femminile che prova attrazione verso persone dello stesso genere.

G sta per Gay ovvero persona di genere maschile che prova attrazione verso persone dello stesso genere

B sta per Bisessuale (bisex) cioè una persona che prova attrazione verso le persone dello stesso genere e del genere opposto

T come Transessuale (transex) ovvero una persona con una identità di genere che si discosta dal sesso biologico e decide di intraprendere un percorso di transizione (psicologico, ormonale e chirurgico) per arrivare ad avere fisicamente i tratti del genere desiderato, così da dare corrispondenza alla propria identità di genere con l’espressione di genere. Transgender è un termine ombrello che comprende tutte le persone con un’identità di genere che si discosta dal sesso biologico attribuito alla nascita, ma si differenziano per il desiderio di non intraprendere un percorso di transizione, o di sottoporsi all’intervento di riassegnazione genitale.

Q come Queer o Questioning, un termine che veniva usato in modo dispregiativo, ma che è stato rivendicato dalla comunità e adesso indica una persona che si sta ancora conoscendo e che deve ancora stabilire la propria identità di genere e orientamento sessuale.

I ovvero Intersessuale è una persona nata con anatomia riproduttiva o sessuale che non si adatta alle tipiche caratteristiche di quel particolare genere, quindi le loro caratteristiche fisiche, ormonali e persino cromosomiche non sono né totalmente maschili né totalmente femminili.

A è definito in quanto orientamento Asessuale o Aromantico. Le persone asessuali non provano interesse nelle pratiche sessuali, reputando superflua ogni sua componente, mentre le persone aromantiche hanno alcun interesse o desiderio per le relazioni sentimentali.

P come Pansessuale, una persona che prova attrazione per un’altra persona indipendentemente dall’identità di genere (a differenza del termine bisessuale, che viene utilizzato per le persone che provano attrazione per i generi binari stabiliti di maschio e femmina).

K come Kinky, usata per coloro che trovano conforto nell’esprimere la propria sessualità in modi alternativi e controculturali.

Vorrei concludere con un aforisma di David Levaint che dice così:

“L’Amore sboccia tra persone, non tra sessi… perché porsi dei limiti?”

Una domanda?